Neuromante by William Gibson

Neuromante by William Gibson

autore:William Gibson [William Gibson]
La lingua: ita
Format: epub, mobi, azw3
Tags: Science Fiction
ISBN: 9788842913528
Google: lC0uAAAACAAJ
editore: Nord
pubblicato: 1986-10-01T22:00:00+00:00


Quando tornò all’Intercontinental, Molly stava dormendo. Si sedette sul terrazzo ad osservare una microluce con le ali in polimero dai colori dell’arcobaleno mentre si levava alta seguendo la curva di Freeside, la sua ombra triangolare tracciò un sentiero sui prati e le cime dei tetti, fino a quando non sparì dietro la fascia del sistema Lado-Acheson.

– Voglio ronzare – disse, rivolto al manufatto azzurro nel cielo. – Voglio davvero andare in high, sai. Pancreas truccato, tamponi nel mio fegato, piccoli sacchi che si sciolgono… che vadano a farsi fottere tutti. Voglio ronzare.

Uscì senza svegliare Molly (ma, pensò, con quei suoi occhiali non si poteva essere mai sicuri…). Scrollò energicamente le spalle per liberarsi dalla tensione e salì sull’ascensore. Salì insieme a una ragazza italiana che indossava un abitino d’un bianco immacolato, gli zigomi e il naso chiazzati di qualcosa di nero antiriflesso. Le sue scarpe di nylon bianco avevano tacchetti di acciaio; l’oggetto dall’aria costosa che teneva in mano assomigliava ad un incrocio fra un remo in miniatura e un busto ortopedico. Stava andando a fare una veloce partita d’un qualche tipo di gioco, ma Case non aveva la minima idea di che cosa fosse.

Sul prato del tetto si fece strada in mezzo al bosco di alberi e ombrelloni, fino a quando non trovò una piscina, con i corpi nudi che luccicavano sulle piastrelle turchese. Si spostò all’ombra di un tendone e premette il suo chip contro una piastra di vetro scuro. – Sushi – disse, – qualunque cosa abbiate. – Dieci minuti più tardi un entusiasta cameriere cinese arrivò con il suo cibo. Case si mise a masticare tonno crudo e riso e osservò la gente che si stava abbronzando. – Cristo – esclamò, rivolto al suo tonno, – sto perdendo le rotelle.

– Non me lo dica – replicò qualcuno. – Lo so già. Lei è un gangster, vero?

Case sollevò gli occhi e la guardò in tralice contro la fascia solare. Un lungo corpo giovane e un’abbronzatura a incremento forzato di melanina, ma non uno di quei lavori che facevano a Parigi.

Lei si accovacciò accanto alla sua sedia, facendo sgocciolare l’acqua sulle piastrelle. – Cath – disse.

– Lupus. – Dopo una pausa.

– Che razza di nome è?

– Greco – disse Case.

– È davvero un gangster? – L’incremento della melanina non aveva impedito la formazione di efelidi.

– Sono un drogato, Cath.

– Di che genere?

– Stimolanti. Stimolanti del sistema nervoso centrale. Stimolanti del sistema nervoso centrale estremamente potenti.

– Be’, ne ha qualcuno? – Si sporse più da vicino. Gocce d’acqua clorurata caddero sulle gambe dei suoi calzoni.

– No. È questo il mio problema, Cath. Sai dove possiamo trovarne?

Cath si dondolò all’indietro sui talloni abbronzati e si leccò un filo di capelli castani che le si era incollato accanto alla bocca. – Qual è il tuo gusto?

– Niente anfetamine, niente cose così… mas«, dev’essere su. – Basta così, rifletté, cupo, sorridendo a suo beneficio.

– Betafenetilammina – disse la donna. – Non è difficile. Ce l’hai sul tuo chip?



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